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OGM, coltivazione: un accordo pericoloso


Oggi il Parlamento Europeo ha approvato a maggioranza qualificata l'accordo sugli ‪OGM‬, un accordo che la presidenza italiana del semestre europeo ha accolto come un grande successo ma che nasconde gravi insidie per quei paesi che davvero vogliono proteggere i propri territori dalle coltivazioni di organismi transgenici. L'accordo - rigettato dal M5S, dai Verdi e dal GUE - lascerà ampio spazio alle multinazionali biotech e consentirà loro di creare una lista dei paesi "buoni" e di quelli "cattivi" ovvero quelli che apriranno loro le porte e quelli che imporranno i divieti. E per queste ultimi i colossi del biotech potrebbero tentare di utilizzare ogni strumento pur di raggiungere i loro obiettivi, anche trascinare uno stato sovrano davanti al WTO e a tribunali, impugnando le deboli motivazioni dal punto di vista giuridico che gli stati utilizzeranno per vietare la coltivazione. Perché, secondo voi, quale vantaggio avrebbe una multinazionale biotech a rinunciare a coltivare le proprie sementi OGM in un dato territorio? nessuna!

Il semestre italiano si chiude quindi con un accordo pericoloso sugli OGM che si va a sommare al mare di nulla che la presidenza italiana ha realizzato in questi sei mesi e che oggi conclude con uno dei più imbarazzanti discorsi del presidente del consiglio, tra citazioni, slogan, selfie, metafore e parole, tante vuote parole.

Di seguito trovate il comunicato stampa diffuso in occasione della conferenza stampa realizzata congiuntamente al Gruppo GUE.

Strasburgo, 14 gennaio 2015

NUOVA LEGISLAZIONE SUGLI OGM. LUCI ED OMBRE

Eleonora Evi, Relatore ombra del dossier OGM per il Movimento 5 Stelle – Gruppo EFDD

1. OGM cosa sono e perchè è importante parlarne

OGM nel mondo, perchè vengono coltivati e quali sono i rischi

Gli OGM sono organismi il cui materiale genetico è stato modificato artificialmente per conferire loro nuove proprieta.

In Unione Europea la coltivazione di piante GM è molto controversa e l'opinione pubblica resta scettica sui benefici che potrebbero derivare dal loro uso.

Coloro che sono favorevoli al loro impiego considerano le modifiche genetiche un mezzo per migliorare le qualita delle piante e accrescerne la produttivita, mentre i detrattori temono una proliferazione incontrollata di vegetali geneticamente modificati nell'ambiente, che renderebbe gli agricoltori dipendenti dalle aziende biotecnologiche e minaccerebbe la salute dell'uomo.

In un contesto mondiale dove la popolazione è in continuo aumento, dove si registra un aumento del consumo di carne anche nei paesi emergenti, le risorse naturali scarseggiano e i cambiamenti climatici hanno un impatto considerevole sulla produzione di cibo --> la soluzione che ci viene proposta è di aumentare le capacita produttive agricole per mezzo di tecniche di agricoltura intensiva e utilizzo della transgenesi.

Eppure oggi sul pianeta ci troviamo nella paradossale situazione per la quale circa 1,14 miliardi di persone sono denutrite e un altro miliardo circa è in sovrappeso (36 milioni all’anno muoiono per cause legate alla scarsita di cibo e 29 milioni per il problema opposto)

Ad oggi il 10% dell’intera superficie coltivabile del pianeta è coltivato con OGM, di cui il 45% in USA seguiti da Brasile, Argentina, Canada e India. Gli OGM trovano impiego soprattutto nelle coltivazioni estensive di grandi aziende mentre i piccoli agricoltori sono per lo più fuori da questi interessi (solo 14 milioni di piccoli agricoltori sul totale di 2,6 miliardi fa uso di OGM)

I rischi: La transgenesi a differenza degli incroci tradizionali, consente di poter spostare nel DNA di un organismo ricevente frammenti di DNA di qualsiasi altro organismo vivente, vegetale o animale. Ciò può comportare l’alterazione delle normali funzioni fisiologiche dell’ospite, l’attivazione o lo spegnimento di geni gia presenti o l’interazione con gli stessi per dar luogo a risposte fisiologiche imprevedibili. La forzatura di pacchetti di geni all’interno del DNA ricevente rende lo stesso anche particolarmente instabile esponendolo a successive mutazioni spontanee.

Impatti sull’ambiente: Al momento le trasformazioni più comuni riguardano il conferimento di resistenza all’azione degli erbicidi (cd piante HR), la produzione endogena di proteine insetticide (cd piante Bt) o la combinazione di questi due caratteri.

Al di la della sussistenza dei numerosi dubbi sugli effetti sulla salute animale ed umana derivante dal continuo uso di alimenti transgenici, dopo circa 20 anni di coltivazione commerciale si possono iniziare a trarre le prime conclusioni empiriche degli effetti ambientali che ciò ha comportato.

Negli USA dove si coltiva il 40% circa della superficie complessiva dedicata agli OGM, si sono sviluppate erbe infestanti totalmente resistenti agli erbicidi a cui sono immuni le piante GM come risultato delle pressione selettiva derivante dall’uso massiccio e ripetuto di un solo principio chimico. Questo fenomeno ha spinto gli agricoltori a far ricorso sempre più frequente e massiccio ad erbicidi più pericolosi e persistenti in ambiente.

Malgrado il processo di selezione per gli insetti sia più lento, la stessa pressione selettiva si osserva sugli insetti target delle piante Bt (diabrotica e piralide) tra cui iniziano ad insorgere ceppi resistenti alle proteine Bt.

2. OGM in Europa oggi

cosa si coltiva e dove, quali sono i paesi a favore e contro OGM come avviene l’autorizzazione di un OGM

Ad oggi per vietare coltivazione di OGM gli SM fanno appello a clausola di salvaguardia, procedimento inefficace perché bloccato dalla Corte di Giustizia EU

La prima norma apparve in Unione Europea nel 1990 con la direttiva 220 relativa all’immissione in ambiente di piante transgeniche. La stessa fu successivamente sostituita dalla Direttiva 2001/18 integrata successivamente dal regolamento 1829/2003 (che consente l’autorizzazione unica al commercio e alla coltivazione di piante GM) e dal Regolamento 1830/2003 relativo alla tracciabilita e all’etichettatura di organismi geneticamente modificati.

Una volta ricevuto un parere scientifico favorevole da parte dell’Agenzia per la Sicurezza Alimentare (EFSA) gli OGM vengono autorizzati da un comitato permanente a cui la Commissione sottopone le richieste. A causa delle divisioni esistenti fra gli Stati membri riguardo alla coltivazione degli OGM, all’interno del comitato non si raggiunge mai la maggioranza qualificata necessaria all’approvazione, né la maggioranza qualificata necessaria a bocciare del tutto la richiesta. Ciò ha comportato una situazione di stallo in cui le autorizzazioni sono state concesse dalla sola Commissione come prevede la procedura legislativa in questi casi.

Attualmente gli unici OGM autorizzati alla coltivazione sono il mais della Monsanto Mon 810 e la patata Amflora della BASF anche se solo il primo viene realmente coltivato ed in soli cinque Stati membri (Spagna, Repubblica ceca, Portogallo, Romania e Slovacchia) con una superficie complessiva inferiore allo 0,1% del totale della superficie coltivata a OGM a livello mondiale e di cui il 90% è concentrato in Spagna.

Una volta autorizzata la coltivazione di un OGM, gli Stati membri possono vietarla sul proprio territorio ricorrendo alla cosiddetta clausola di salvaguardia (articolo 23 della direttiva 2001/18/CE) o applicando misure d'emergenza (articolo 34 del regolamento (CE) n. 1829/2003) oppure ricorrendo all'articolo 18 della direttiva 53/2002 che istituisce il registro varietale comunitario.

Le restrizioni si intendono temporanee e devono essere giustificate da nuovi dati scientifici indicanti che l'OGM presenta un rischio per la salute dell'uomo o per l'ambiente. Otto Stati membri (Austria, Bulgaria, Germania, Grecia, Ungheria, Lussemburgo, Italia e Polonia) hanno adottato misure divieti di coltivazione del mais MON810 sui loro territori. Anche in Francia è stato in vigore un divieto alla coltivazione di OGM fino all'agosto del 2013, quando è stato annullato dal Conseil d'Etat (la massima autorita amministrativa francese) a seguito di una sentenza dalla Corte di giustizia dell'UE nel 2011

L'EFSA emette pareri scientifici sulle nuove informazioni presentate dagli Stati membri per giustificare i divieti imposti. Benché finora l'EFSA abbia ritenuto scientificamente infondati tutti i ricorsi alle clausole di salvaguardia, il Consiglio ha sempre respinto la proposta della Commissione di eliminare le clausole di salvaguardia nazionali.

3. La proposta della Commissione Europea nel 2010

Proposta sotto la Commissione Barroso chiede maggiore sussidiarietà sul tema OGM Prima Lettura del testo in PE 2011 Testo bloccato in Consiglio per circa 3 anni fino alla nuova proposta nel luglio 2014 L’accordo finale

Oggetto della proposta: svincolare gli Stati membri dalla necessita di circostanziare con nuovi dati scientifici l’eventuale divieto di coltivazione di OGM introdotto a livello. Come contropartita, la Commissione spera di poter raggiungere la maggioranza relativa in sede di comitato dove si discutono le nuove proposte di autorizzazione, evento mai accaduto finora. In effetti tutte le autorizzazioni ricevute sono state adottate unilateralmente dalla Commissione che, in mancanza di maggioranza qualificata tanto per l’adozione che per il rigetto della proposta, può intervenire con atti propri entro due mesi dal voto in Consiglio (in realta con il Trattato di Lisbona la nuova procedura prevede che se il comitato non raggiunge la maggioranza non si porta il dossier all’esame del Consiglio ma si cerca un accordo con la cd cooperazione rafforzata che prevede l’intervento di diplomatici al posto dei ministri).

Contenuto della proposta originaria: la proposta avanzata dalla Commissione nel 2010, in forma di Regolamento, si limitava ad aggiungere un articolo alla Direttiva 2001/18 con il quale si conferiva la possibilita agli Stati membri di vietare la coltivazione di OGM per motivi diversi dai rischi ambientali o sanitari.

Voto del PE: gia nel luglio 2011 il PE ha votato un testo emendato al fine di introdurre ulteriori elementi. Le modifiche più importanti votate in prima lettura e confermate nella seconda votazione del Comitato Ambiente di novembre 2014 sul testo della posizione comune del Consiglio, comprendevano:

  • Modifica della base giuridica da art.114 (armonizzazione del mercato interno) ad art.192 (ambiente)

  • Introduzione dell’obbligo di redazione dei piani di coesistenza tra colture OGM, tradizionali e biologiche;

  • Possibilita di decretare divieti generalizzati per carattere indotto (ie resistenza agli erbicidi o piante Bt) o per specie

  • Redazione di una lista di elementi utili alla definizione dei divieti nazionali comprendenti anche valutazioni ambientali integrative a quelle gia considerate dall’EFSA

  • Obbligo di assicurazione delle colture OGM per far fronte ad eventuali compensazioni in caso di contaminazione di colture tradizionali o biologiche;

Nel corso della seconda votazione, oltre e riconfermare gli emendamenti gia votati, è stato votato lo stralcio della proposta del Consiglio relativa alla necessita che gli stati membri intenzionati a vietare colture transgeniche dovessero intervenire nella fase di valutazione delle richieste di autorizzazione per la commercializzazione e la coltivazione di piante GM chiedendo alle aziende interessate di restringere il campo geografico di applicazione dell’autorizzazione.

Il testo del Consiglio prevedeva che solo nel caso in cui l’azienda avesse rifiutato di effettuare tale modifica lo stato membro potesse imporre divieti di coltivazione sulla base di motivazioni diverse dal rischio ambientale o sanitario.

Esito finale del negoziato:

Degli elementi adottati dal parlamento è rimasto l’obbligo di redazione dei piani di coesistenza limitatamente ai Paesi in cui si effettuano coltivazioni di OGM, la possibilita di vietare gruppi di OGM ed una lista più dettagliata di condizioni sulla base delle quali sia possibile stabilire dei divieti nazionali che non contiene però riferimenti a possibili impatti ambientali.

Per contro il testo finale prevede che gli Stati membri possano decidere se richiedere alle aziende di restringere il campo geografico delle autorizzazioni in fase di valutazione o imporre divieti unilaterali.

Nonostante ciò rappresenti un miglioramento rispetto al legame tra le due fasi proposto dal Consiglio, (ie restrizione del campo geografico di applicazione in fase di autorizzazione o divieto a livello nazionale successive alle autorizzazioni ) ciò conferira comunque alle aziende il potere di adottare comportamenti diversi a seconda che lo stato membro decida di coinvolgerle nel processo decisionale o meno, lasciando loro la possibilita di stilare una lista di paesi buoni e cattivi e magari esercitando una pressione su questi ultimi impugnandone le decisioni di divieti unilaterali.

D’altro canto, come espressamente citato al considerando 10 del testo finale, ci si attende che in via preferenziale gli Stati membri che intendano vietare la coltivazione di OGM sul loro territorio seguano la procedura di conciliazione con le aziende richiedenti.

A ciò si aggiunga che le motivazioni sulla base delle quali si potranno vietare coltivazioni di OGM sono assai deboli sotto il profilo giuridico e l’emanazione di divieti estesi a gruppi di OGM potrebbe rendere i provvedimenti ancor meno difendibili in caso di ricorso al WTO o alla corte di giustizia europea.

Lo strumento giuridico adottato alla fine del negoziato é quello di una direttiva che però non contiene obblighi di recepimento da parte degli Stati membri. Rimane da chiarire sotto il profilo giuridico se e come sará possibile attuarne le misure senza che vengano aggiornati gli ordinamenti nazionali con adeguati atti di recepimento.

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