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OGM:LE RAGIONI DEL NO

Ecco una breve sintesi del lavoro fatto in questi 5 anni di legislatura al Parlamento Europeo per fermare la diffusione di OGM in Europa.

 

In questi 5 anni sono stata coautrice, insieme ad altri membri del Parlamento europeo, di ben 34 obiezioni ai cosiddetti atti di esecuzione della Commissione in materia di OGM, atti cioè con cui la Commissione autorizza un determinato OGM per l'immissione sul mercato.


Stiamo parlando di prodotti transgenici alimentari e mangimi, principalmente soia e mais GM, ma anche cotone e barbabietola, per esempio, resi tolleranti a pesticidi quali glifosato e glufosinato, o altri pesticidi potenti, come ad esempio quelli a base di cloro, persistenti e/o tossici.

Vi chiederete quindi: Come avviene l'autorizzazione di OGM in Europa? 

La richiesta di autorizzazione viene presentata dal richiedente, di fatto le grandi industrie agrochimiche (per esempio Monsanto, Syngenta, Dow Agro Science), in uno Stato membro che inoltra il dossier completo, che comprende quindi gli studi scientifici, ad EFSA (l'autorità europea per la sicurezza alimentare). Questa poi fornisce un parere alla Commissione europea che stende un progetto di decisione.
Si instaura dunque un procedimento che prende il nome di "comitatologia", ovvero una serie di procedure e riunioni dei comitati degli esperti dei 28 Stati membri, che decidono a maggioranza qualificata, se autorizzare o meno un OGM. 

Tuttavia, dall'entrata in vigore del regolamento (CE) n. 1829/2003, cioè il regolamento che indica la procedura da seguire, quella di cui sto parlando, gli Stati membri non hanno mai ottenuto una maggioranza qualificata a favore o contro il progetto di decisione della Commissione europea. Il risultato è sempre stato "nessuna opinione".

In questa situazione di "nessuna opinione", la Commissione si trova a dover dare da sola una risposta alle richieste di autorizzazione.
Questa situazione, divenuta non più l'eccezione bensì la regola, spinse lo stesso Presidente Juncker agli inizi del suo mandato, a bollarla come antidemocratica e a promettere di rivederla.


Secondo voi ha mantenuto la promessa? La risposta è semplice, NO!

Ma la presidenza Juncker non ha fatto solo promesse da marinaio. Sotto la sua guida, nei passati 5 anni, sono stati autorizzati talmente tanti OGM da superare in numero tutte le autorizzazioni rilasciate dalle tre precedenti legislature, Prodi, Barroso I e II nei passati 15 anni!

In tutto questo procedimento di autorizzazione che ho appena esposto, il Parlamento, vera voce dei cittadini, ha un ruolo meramente consultivo. Il che significa che può venire ignorato, e di fatto succede proprio questo: 
In questi 5 anni Per ben 34 volte in questa legislatura il Parlamento si è opposto all'autorizzazione di nuovi OGM, ogni volta per mezzo di un voto a larga maggioranza della plenaria. Eppure, la nostra posizione non è mai stata presa in considerazione. Un altro grave segnale di mancanza di democrazia di questa Unione europea.

Dal punto di vista scientifico le nostre obiezioni mettono in luce diverse questioni:
(1) Questi OGM sono stati realizzati per essere resistenti a pesticidi.
La resistenza a glifosato, glufosinato o altri pesticidi potenti, come ad esempio quelli a base di cloro o persistenti e/o tossici, porta ad un aumento delle dosi e della frequenza di applicazione di questi pesticidi sulle piante GM. Ne consegue la forte probabilità di un carico maggiore di residui.
(2) Spesso i prodotti di degradazione dei pesticidi usati sono dannosi per l'ambiente, salute e biodiversità, in quanto ad esempio possono risultare tossici, possono avere proprietà di interferente endocrino o potrebbero andare ad aumentare l'allergenicità di altri alimenti con cui i prodotti entrano in contatto.
(3) Gli OGM non risolvono il problema delle piante o degli organismi infestanti, rappresentando solo una soluzione a breve termine. Infatti, i parassiti iniziano a sviluppare resistenza anche ai pesticidi più potenti, a causa di un uso prolungato e smisurato degli stessi, rendendo necessario quindi un incremento nel tempo di questi composti.
(4) Le valutazioni condotte da EFSA sono spesso problematiche in quanto carenti per ciò che concerne la valutazione del rischio e basate su studi, anche e soprattutto forniti dal richiedente stesso, insufficienti e incompleti. Ad esempio spesso manca l'esecuzione di determinati test sugli effetti sulla salute o sulla quantità di residui, come anche test sugli effetti su insetti non target, o test legati all'assunzione ripetuta.
Inoltre non vengono tenute in dovuta considerazione le opinioni di minoranza, qualora presenti, all'interno del gruppo di esperti dell'EFSA che esaminano la richiesta.
(5) Il principio di precauzione non viene tenuto in dovuta considerazione.

Dal punto di vista politico, le obiezioni mettono in luce diversi aspetti problematici.
(1) Vi è una mancanza di trasparenza del sistema:
Per ciò che concerne il procedimento di autorizzazione, che vede la Commissione essere protagonista assoluta in mancanza della decisione degli Stati membri nel procedimento di comitatologia, come spiegato poc'anzi. Ma la mancanza di trasparenza riguarda anche l'accesso alle informazioni e ai documenti (compresi gli studi scientifici alla base della valutazione dell'EFSA), che l'agenzia non ha il permesso di rendere pubblici.
(2) Altro snodo problematico della questione è il ruolo meramente consultivo del Parlamento europeo, a cui fa invece da controparte il ruolo principe della Commissione in situazioni di "nessuna opinione", cioè quando non vi è maggioranza qualificata degli stati membri.
Dunque vi è un potere dell'esecutivo di adottare atti di questo tipo, e altamente controversi, senza un vaglio parlamentare (e quindi senza vaglio democratico).
 

Ci sono ancora troppi dubbi circa gli effetti degli OGM e il loro impatto ambientale e sulla nostra salute, e il principio di precauzione impone cautela.
E' tempo che i cittadini europei, i consumatori, l'ambiente e la tutela della biodiversità siano messi al primo posto ed è necessario che un nuovo sistema di autorizzazione sia improntato sulla trasparenza e su studi scientifici sottoposti a revisione dei pari.

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