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ECCO PERCHE’ ABBIAMO BISOGNO DI VERO MINISTRO TRANSIZIONE ECOLOGICA





Alla luce di quanto fatto finora dal Ministro Cingolani, chiederne le dimissioni è diventata una necessità, per questo abbiamo lanciato una petizione, che annovera come primi firmatari, eminenti personalità del nostro Paese, tra cui Maurizio Pallante, Tomaso Montanari, Marco Boato, Gaetano Pascale, Alberto Perino, Lucia Cuffaro, Padre Alex Zanotelli.


Il Ministro della Transizione Ecologica si è rivelato del tutto inadeguato a ricoprire il suo ruolo, pertanto chiediamo con forza che rimetta il suo mandato nelle mani del Presidente del Consiglio, affinché possa essere individuata una figura in grado di operare fattivamente e con urgenza per il contrasto della crisi climatica e ambientale.

La transizione ecologica può rappresentare un’opportunità imperdibile per il nostro Paese in termini di rilancio economico e creazione di nuovi posti di lavoro, ma a tal fine deve essere ben gestita, e non possiamo rischiare di perdere questo treno per l’incapacità manifesta di un Ministro che di fatto ostacola la transizione ecologica.

Ieri a Roma abbiamo manifestato chiedendo le dimissioni di Cingolani e presentando un dossier che esplicita in punti dettagliati le ragioni della nostra richiesta.

Di seguito, alcuni di questi:


Alla recente COp26 di Glasgow, Cingolani ha confermato l’irrilevanza dell’Italia sul palcoscenico internazionale, lasciandola fuori da qualsiasi iniziativa di rilievo ed esponendosi al ridicolo quando il nostro Paese ha firmato al fotofinish il BOGA (Beyond Oil and Gas Alliance) solo “come Stato amico” che impegna le nazioni aderenti a non finanziare più alcuna attività esplorativa ed estrattiva al di fuori dei propri confini nazionali. Una firma, dunque, ininfluente e imbarazzante, che suggerisce una completa mancanza di visione e coraggio. Tant’è vero che, dopo solo pochi giorni, Cingolani ha confermato l'ok dell'Italia al finanziamento delle trivellazioni nell'Artico, con la garanzia di Sace e Cassa Depositi e Prestiti, da 500 milioni di euro fino a un miliardo. Trionfo dell’ipocrisia!


Cingolani fa finta di fare la guerra alle fossili e in realtà cerca di tenere in vita in qualunque modo l’industria del gas e del petrolio. Afferma che sia meglio estrarre idrocarburi “nostrani” invece che continuare ad importarli dall’estero, perché così “le bollette si abbassano e creiamo lavoro”. E quindi cosa fa? Si “dimentica” di fare il piano PITESAI entro il 30 settembre e fa scadere la moratoria sulle trivelle con il risultato che i permessi di ricerca di idrocarburi riprendono efficacia. Per non parlare di quello va a dire in Europa. I cittadini italiani hannopieno diritto di sapere qual è la posizione che i Ministri italiani esprimono nelle riunioni del Consiglio UE. Non si chiede nulla di così scabroso. In molti paesi questa è la regola. Invece in Italia nessuno lo sa e, ancora peggio, in pochi se lo chiedono! E quindi lo chiediamo noi. Cosa intende fare Cingolani sul gas e sul nucleare nella discussione in corso a livello europeo se classificarli come investimenti sostenibili o meno? La Commissione europea infatti è in procinto di pubblicare un atto delegato della tassonomia UE, ovvero quel provvedimento che mira a introdurre un’”etichetta di sostenibilità” che dovrebbe così orientare gli investimenti pubblici e privati. Possiamo sapere se Cingolani sarà il portavoce dell’industria fossile che vuole definire “verde” il gas? C’è forse un accordo sottobanco con la Francia, affinché entrino nucleare e gas nella tassonomia Ue, in modo che i nostri cugini d’oltralpe possano dirsi soddisfatti e continuare ad investire nel nucleare? E infatti, Cingolani, ogni volta che ne ha occasione sponsorizza il nucleare. Anche a Bruxelles. Senza alcun mandato del Parlamento italiano, in occasione del Consiglio UE per l’energia, ha dichiarato alla stampa di essere favorevole all’inserimento del nucleare di IV generazione nella tassonomia verde UE, dimenticando, non solo che gli Italiani si sono espressi per ben due volte contro il nucleare attraverso due referendum, ma anche che il nucleare è un tipo energia costosissima, come ha affermato, tra gli altri, il prof. Giorgio Parisi, Premio Nobel per la Fisica 2021. Inoltre, siamo ancora molto lontani dal produrre energia tramite la fusione nucleare, che oggi di fatto non esiste, pertanto, è del tutto folle, insensato e inaccettabile sottrarre investimenti alle energie rinnovabili, all’efficienza energetica, a misure per la riduzione dei consumi energetici e altre eco-tecnologie notevolmente molto più competitive dal punto di vista economico e applicabili oggi stesso.



Nel PNRR ha stanziato solo 780 milioni di euro per la qualità dell’aria nelle città, incurante degli studi, come quelli dell’agenzia europea per l’ambiente, secondo cui in Italia ogni anno oltre 50 mila persone muoiono a causa dello smog nelle maggiori città, determinando un costo economico e sociale di oltre 40 miliardi di euro all’anno. Le risorse economiche destinate all’elettrificazione delle auto e all’infrastruttura di ricarica sono irrisorie e allontanano ancora di più l’Italia dal resto d’Europa. Per farsi un’idea, basta riportare il dato della Germania, che ha lanciato un piano che prevede un milione di ricariche elettriche e 15 milioni di auto elettriche entro il 2030.

Dobbiamo aggiungere che nel PNRR destina solo 600 milioni di euro alla depurazione, nonostante l’Italia sia stata condannata dalla Corte di Giustizia per violazione della direttiva europea sulla qualità delle acque. Mostra un totale disinteresse verso la natura e la biodiversità, come attesta la sua recente apertura a possibili abbattimenti dei lupi, specie, è bene ricordarlo, a rischio di estinzione e con un ruolo determinante per l’equilibrio ecologico.

Dulcis in fundo, le sue inaccettabili esternazioni contro gli ecologisti, definiti radical chic, contro gli attivisti, accusati di “ipocrisia del blablabla”, e la sua narrazione del terrore, in base alla quale la transizione ecologica sarà un bagno di sangue, ignorando che i costi del mancato intervento li stiamo già pagando ora e li pagheranno con gli interessi le generazioni future.

Non abbiamo bisogno di terrorismo psicologico, ma di un Ministro capace di sfruttare al meglio l’irripetibile opportunità della transizione ecologica, rendendo l’Italia un modello europeo di sostenibilità a cui ispirarsi.

FIRMA PETIZIONE QUI:

LEGGI DOSSIER QUI:

Eleonora Evi e Angelo Bonelli, co-portavoce nazionali di Europa Verde.

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