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FEMMINICIDI. LE PANCHINE ROSSE NON BASTANO, SERVE LOTTA A CULTURA PATRIARCALE



I terribili fatti di cronaca degli ultimi giorni avvenuti in Emilia-Romagna ci inchiodano senza mezzi termini alle nostre responsabilità in merito al fenomeno dei femminicidi, per i quali l’Italia detiene una media agghiacciante: uno ogni 3 giorni. Ognuno di questi crimini decreta senza possibilità di appello il fallimento dello Stato, della società, della nozione stessa di civiltà. Mi riferisco alle misure di protezione che restano inapplicate, a quelle di prevenzione quasi inesistenti, in un Paese dove gli stereotipi di genere si apprendono da piccoli in famiglia, si alimentano in scuole inadeguate, attraverso testi scolastici che talvolta sembrano appartenere al secolo scorso, si irrobustiscono attraverso alcuni canali di comunicazione che continuano a proporre anacronistici modelli di donne e deflagrano in quello che non può certo definirsi un Paese per donne. I casi di femminicidio fanno scalpore suoi media, ma spesso solo per una morbosa ricerca di sensazionalismo o il tentativo di strumentalizzare politicamente il fenomeno, senza soffermarsi su un’adeguata ricerca delle cause che consenta la proposta di soluzioni efficaci. Bisogna sovrastare la voce di chi tira in ballo giustificazioni nella gelosia o addirittura chiama in causa la responsabilità delle donne che non hanno denunciato, o lasciato il partner prima del tragico epilogo.

Interroghiamoci sul perché ciò avvenga e su cosa si stia concretamente facendo per ribaltare la cultura patriarcale di cui il femminicidio è diretta conseguenza.


Occorrono azioni concrete, capillari, diffuse: nelle famiglie, sui banchi di scuola, sui posti di lavoro, ovunque. Installare panchine rosse non basta: iniziamo a intervenire concretamente sul lavoro femminile. La pandemia ha provocato la perdita di circa un milione di posti di lavoro e secondo i dati Istat in Italia il 98% era occupato da donne, che ora, quindi, non sono economicamente indipendenti, e sappiamo quanto la dipendenza economica possa diventare un pericoloso viatico per la violenza sulle donne. Ma in primis dobbiamo intervenire sulla cultura.

Di questo parleremo nel seminario di formazione organizzato dal Gruppo Ecofemminista di Europa Verde a Pesaro il prossimo 25 novembre, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, attraverso un approccio che non si limita a quello giuridico-normativo, ma che approfondisce l’aspetto culturale e soprattutto il ruolo chiave che gli enti territoriali sono chiamati a svolgere.


La politica tutta, senza distinzione di colore, deve sentirsi coinvolta, per questo noi di Europa Verde continueremo a lottare per un intervento fattivo di tutti i soggetti per sradicare un fenomeno che deve essere posto al centro delle urgenze da affrontare nel nostro Paese.

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