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I CPR vanno chiusi, non rafforzati. Decisione CdM è un ennesimo passo indietro per i diritti umani

La decisione del Governo e della Premier Meloni di stringere ulteriormente le maglie sui centri di accoglienza è non solo disumana, ma anche pericolosa per la democrazia e i diritti umani. I CPR sono, in realtà, già oggi buchi neri dell'informazione e della legalità dove i diritti umani sono negati. I nuovi Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) che il CdM vuole istituire, uno in ogni regione e in 'località a bassissima densità abitativa e facilmente perimetrabili e sorvegliabili' saranno ancora più impermeabili e inespugnabili.

Già oggi, questi luoghi sono inaccessibili alla stampa e ai giornalisti, creando un vuoto informativo che è terreno fertile per abusi e violazioni. Chi dovrebbe controllare – lo Stato per mezzo dei Prefetti – spesso latita e chiude gli occhi su gestioni approssimative e talvolta palesemente in violazione delle regole e dei capitolati d’appalto. I diritti umani vi sono palesemente violati, creando una discriminazione inaccettabile tra uomini e donne di serie A e uomini e donne di serie B, rinchiusi esclusivamente per non avere i documenti in regola ma senza aver commesso alcun reato. È una vergogna che in una nazione civile si possa pensare di trattare esseri umani come merce da stoccare in magazzini lontani dagli occhi e dal cuore della società: i CPR vanno chiusi, non rafforzati. La scelta del Governo Meloni è un passo indietro per i diritti umani e un passo avanti per una politica dell'odio e della paura.

Oggi a Matera ho partecipato in collegamento da remoto ad un evento dal titolo “CI MANCA LA LIBERTÀ

Detenzione amministrativa e carceraria: Diritti Umani violati”, un evento significativo e simbolico, considerate le decisioni scellerate di questo governo.

Grazie alle avvocate @angelamariabitonti e Sonia Sommacal e @nessunotocchicaino.it per averlo organizzato.


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