top of page

LA MIA INTERVISTA PER L'ESPRESSO SU INGRESSO NEI VERDI EUROPEI



Il Gruppo dei Verdi europei a Bruxelles potrebbe ritrovarsi sotto l'albero di Natale un Paese europeo e quattro parlamentari in più, passando da 69 a 73 membri complessivi. Quattro europarlamentari italiani dei 5Stelle - Eleonora Evi, Ignazio Corrao, Piernicola Pedicini e Rosa D’Amato - hanno annunciato di avere lasciato oggi il Movimento 5Stelle e di attendere il via libera per l'ingresso nella famiglia dei Verdi, con cui hanno affinità ideologica e politica, entro la fine dell'anno, se non addirittura nei prossimi giorni. L’argomento è all’ordine del giorno del Gruppo nella discussione di venerdì. «Abbiamo deciso di lasciare il Movimento e non solo la delegazione europea», dice Eleonora Evi, una delle attiviste della prima ora: «Il Movimento ha perso per strada le sue lotte iniziali e, in particolare, quelle per l'ambiente. Qui a Bruxelles ho sempre votato in linea con i Verdi, la mia fede ecologista è indiscutibile». Come ha scritto per primo l'Espresso, già all'inizio dell'attuale legislatura europea gli eurodeputati 5Stelle , privi di gruppo parlamentare, avevano tentato di entrare tra i ranghi dei Verdi, e questi per mesi avevano contemplato la possibilità. Ma le due principali delegazioni erano divise. I verdi francesi si erano detti disponibili mentre i verdi tedeschi, allineati al riguardo alla visione dell'europarlamentare Alexandra Geese, si erano detti contrari. Alla fine avevano prevalso le reticenze e i timori su diversi aspetti della politica 5Stelle in Italia: dal sistema di voto sulla piattaforma Rousseau alle prese di posizione di destra di Alessandro Di Battista. Il co-presidente del gruppo dei Verdi europei, Philippe Lambert, da mesi aveva finito per auspicare una scissione della delegazione dei 5Stelle che consentisse all'ala più verde degli eurodeputati di entrare nel Gruppo. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, racconta Evi, è stato il voto sulla Politica agricola comune (PAC) il mese scorso, votata dai 5Stelle per seguire la «linea governativa» pur andando contro le linee guida economiche e sociali del Green Deal e allontanando l'Europa dagli obiettivi del 2030. Da qualche settimana i quattro dissidenti avevano scelto di non partecipare più alle spese per la comunicazione del gruppo e ciascuno di loro aveva affidato la comunicazione a una propria persona di fiducia. In molti speravano che la dissidenza rientrasse anche se la capo delegazione Tiziana Beghin aveva parlato di possibile espulsione. Nella precedente legislatura era stato Marco Affronte il 5Stelle che era uscito dal Movimento per entrare nella famiglia Verdi europea, a oggi in cerca di un partito forte italiano che possa inviare deputati a Bruxelles. Nelle elezioni europee del 2018, Europa Verde, l’attuale partito verde italiano, non ha superato lo sbarramento del 5 per cento necessario per inviare rappresentanti nell'Europarlamento. «Noi e Di Battista abbiamo condiviso un percorso politico insieme ma le nostre strade adesso si separano», dice Evi: «Usciamo completamente dal Movimento mentre lui vuole continuare a combattere dall’interno, ponendo condizioni per fare parte nel futuro organo collegiale». A questo punto non dovrebbero esserci più ragioni per ostacolare l'ingresso dei 4 nel Gruppo europeo. Contestualmente, secondo fonti parlamentari, gli altri dieci stanno negoziando l'entrata nel gruppo parlamentare dei Socialisti europei. «Adesso potremo finalmente lavorare sui temi che ci sono cari», continua Evi: «Lottare perché in non si faccia un ambientalismo di facciata in Europa come in Italia, dove il Recovery fund rischia di essere usato per scopi che di ambientale hanno poco».


Categorie
Archivio
bottom of page