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PORCILAIA SCHIVENOGLIA: LA COMMISSIONE UE CI DA' RAGIONE, AMPLIAMENTO VA SOTTOPOSTO A VIA



La Commissione europea si è finalmente espressa sull’ampliamento della porcilaia di Schivenoglia, confermando di fatto la legittimità delle istanze di chi si oppone a questo progetto folle, che aumenta ulteriormente l’attività zootecnica in un territorio che sta già pagando un prezzo altissimo per l’impatto ambientale e sanitario degli allevamenti intensivi.

Rispondendo ad una mia interrogazione relativa al progetto di ampliamento dell’impianto la Commissione europea ha confermato come interventi di questo tipo, che comportano un aumento della capacità superiore alle 3000 unità di suini, debbano essere sottoposti a preventiva Valutazione di impatto ambientale (VIA). L'ampliamento della maxi-porcilaia, invece, non solo è stato escluso dalla procedura di VIA, ma è stato successivamente eseguito con una semplice SCIA (segnalazione certificata di inizio attività) anziché con un Permesso di Costruire.

Nella sua risposta la Commissione europea esorta inoltre l’Italia a intervenire in Lombardia per porre fine alle continue violazioni dei limiti previsti dalle norme UE sulla qualità dell’aria, per le quali il nostro Paese è già stato condannato dalla Corte di giustizia UE. In particolare, la Commissione insiste sulla necessità di affrontare la questione relativa alla formazione del particolato secondario, dovuto ad inquinanti, come l’ammoniaca, di cui gli allevamenti industriali sono i principali responsabili. È chiaro quindi che aumentare anziché diminuire le fonti di particolato, quadruplicando la capacità produttiva di un allevamento industriale, va in senso totalmente contrario rispetto a quanto l’Europa ci chiede di fare per tutelare il diritto dei cittadini lombardi a respirare aria pulita.

Compiacimento per il richiamo di Bruxelles anche da parte di Maura Cappi, presidente del Comitato GAETA ODV: "Esprimiamo soddisfazione per la risposta della Commissione europea che conferma le ragioni e le richieste del nostro comitato e ringraziamo l'eurodeputata Eleonora Evi per l'iniziativa sul nostro caso che risulta alquanto emblematico. La risposta della Commissione - continua Cappi - va nella direzione da noi invocata più volte da oltre un anno, sia con una diffida al Comune rimasta inascoltata, sia con un ricorso, ancora pendente, al TAR di Brescia contro la provincia di Mantova, e sia inviando osservazioni al procedimento amministrativo di A.I.A. ancora in corso. Nonostante le difficoltà non abbiamo mai mollato, forti delle nostre argomentazioni di fronte ad un iter autorizzativo inspiegabilmente semplificato; questo è un primo importante risultato a favore di tutta la cittadinanza che ci ripaga di tanti sacrifici di semplici cittadini che cercano di resistere nel chiedere l'applicazione delle norme di tutela decidendo di farsi carico della responsabilità e dell'onere di agire nelle diverse sedi, con i modi e mezzi consentiti dalla legge, evidenziando le importanti ed evidenti criticità di questo progetto industriale rispetto al contesto ambientale e sanitario e l'illegittimità della esclusione dalla VIA. Purtroppo ad oggi le nostre richieste hanno visto l'opposizione, come controparti, non solo della società agricola proponente, che tutela i propri interessi economici, ma anche dell’amministrazione pubblica provinciale e comunale; eppure i dati sono ben noti, così come gli impatti degli allevamenti intensivi e la loro concentrazione nel comune e nel territorio".

Mi auguro che il richiamo di Bruxelles serva a far tornare sui suoi passi la provincia di Mantova e diventi monito per tutte quelle amministrazioni che intendono continuare a tutelare gli interessi dell’industria zootecnica, anziché quelli dell’ambiente e dei propri cittadini.

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