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PUNTIAMO SULLE RINNOVABILI PER LA RIPRESA? ALLORA INAMMISSIBILE UN RITORNO DELLE TRIVELLE


Comunicato stampa

Bruxelles, 11 Gennaio 2021


Le azioni del Governo sul piano ambientale continuano all’insegna dell’incoerenza. Se le linee guida del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) parlano di aumento della produzione da fonti rinnovabili, e in particolare da eolico e solare offshore, non più tardi di qualche giorno fa, nella discussione del Decreto Milleproroghe, questo stesso Governo non ha saputo mantenere il punto sullo stop alle trivelle” - dichiara Eleonora Evi, europarlamentare dei Verdi europei, titolare in Commissione Ambiente.


Una decisione inaccettabile e incomprensibile, se si pensa che la bozza iniziale del decreto prevedeva che dal 1 gennaio 2021 non si potessero più rilasciare nuovi permessi di prospezione o di ricerca, ovvero nuove concessioni di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi, su tutto il territorio nazionale" - continua l’eurodeputata, "dando così un segnale fortissimo per lo sviluppo delle rinnovabili on e offshore".

Ancora più grave, secondo Eleonora Evi, è il sostanziale via libera a un ritorno delle trivelle se nei prossimi mesi non verrà pubblicato il PiTESAI (Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee) per l’individuazione delle aree idonee alle trivellazioni, che l'Italia avrebbe dovuto adottare entro il 2020 secondo quanto aveva indicato alla Commissione europea, e il cui iter è ora incerto.

Voglio ricordare che il cosiddetto Decreto Semplificazioni del 2018 sospendeva i permessi per la ricerca degli idrocarburi nei nostri mari per soli 24 mesi, in attesa dell'adozione del PiTESAI. Un piano di cui ad oggi, dopo ben due anni di tempo per realizzarlo, non c’è traccia, in barba agli impegni assunti in sede UE nel quadro del Piano nazionale integrato energia e clima (PNIEC). Non posso fare a meno di chiedermi se questo ennesimo ritardo non sia manifestazione palese della mancanza di volontà politica di questo governo ad abbandonare le fonti fossili, a dispetto delle dichiarazioni più volte rilasciate in merito. Mi chiedo anche che fine abbiano fatto le storiche battaglie del Movimento 5 Stelle contro le trivellazioni e in favore dell’utilizzo di energia rinnovabile. Non possiamo permetterci segni di debolezza sui temi ambientali, cedendo alle pressioni delle lobby del fossile o addirittura ai ricatti politici. E ancora voglio sottolineare alcuni elementi che destano grande preoccupazione: in primis, il Piano Energia e Clima conferisce un peso importante al gas nelle politiche energetiche dei prossimi anni; inoltre, rimangono forti dubbi sul rispetto del 2025 come data ultima di fuoriuscita dal carbone visto che è condizionato alla realizzazione delle infrastrutture per sostituirlo; infine, come rileva l’ultimo dossier di Legambiente dello scorso dicembre, i sussidi dannosi per l’ambiente sono addirittura aumentati in Italia nell’ultimo anno".

Pur segnalando la necessità di rivedere il PNIEC alla luce dei nuovi obiettivi climatici europei, la bozza del PNRR rimane fonte di allarme nella misura in cui delinea forti investimenti nella filiera dell’idrogeno, ad oggi ancora troppo legato alle fonti fossili, favorendo quindi una volta di più le lobby del gas.

“È assurdo - prosegue Eleonora Evi - constatare la totale mancanza di ambizione da parte dell’Italia rispetto agli obiettivi climatici europei: non è questa la direzione tracciata dall’Europa nel suo Green Deal, non è questo il percorso che ci porterà ad essere nel 2050 il primo continente climaticamente neutro. Il sostanziale via libera alle trivelle è un segnale allarmante e significativo. Per questo ho presentato alla Commissione europea un’interrogazione parlamentare con la quale chiedo se il ritorno delle attività di ricerca e prospezione di idrocarburi sia compatibile con le raccomandazioni europee e gli obiettivi del Green Deal, e anche di accertare se possa essere un pericolo per i progressi fatti finora nella tutela dell'ambiente marino. Al nostro governo chiedo, invece, di mantenere salde le posizioni in favore dell’ambiente, di non destinare altrove le risorse indirizzate ai progetti green e di puntare con fermezza sulle energie rinnovabili per rendere possibile una transizione ecologica reale e non solo di facciata”.


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