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SOSPENSIONE BREVETTO VACCINI: EUROPA, ITALIA, SE CI SIETE BATTETE UN COLPO



La notizia è di quelle epocali: il presidente Usa Joe Biden si è schierato in favore della sospensione dei brevetti dei vaccini.

Una rottura sorprendente con Big Pharma che, qualora confermata, darà vita a una svolta storica nella politica statunitense, per una volta disallineata rispetto alla sua tradizionale posizione in favore del business.


Una prima proposta in tal senso era stata avanzata da India e Sudafrica ai tavoli del WTO, ora con questa mossa gli Usa sembrano candidarsi al ruolo di leader nella battaglia contro la crisi pandemica.

I precedenti segnali di apertura verso questa direzione sono stati dunque confermati da quella che si annuncia come una vera e propria crociata a sostegno della salute mondiale e che è prevedibile andrà a scontrarsi contro la strenua ribellione dei colossi farmaceutici, decisamente poco inclini ad accettare passivamente questa decisione.

Una scelta che non posso che condividere e che appare sotto ogni punto di vista giusta, naturale e sensata, considerando la situazione contingente dell’attuale pandemia certo, ma anche estendendo lo sguardo al futuro. La tutela della salute è un diritto che va garantito a tutti, non possono esistere persone di serie A e di serie B, Paesi di serie A e Paesi di serie B.

Ecco perché quella degli Usa è senza dubbio una buona notizia che ho accolto con grande soddisfazione, ma la reazione immediatamente successiva è stata di rabbia. Perché se il più importante paese del mondo si è schierato in favore della sospensione dei brevetti vaccinali vuol dire che si tratta di una strada praticabile. E se è praticabile, perché l’Europa non l’ha fatta sua?

Dov’è l’Europa dei cittadini, che nei suoi roboanti proclami si schiera in favore della salute di tutti, ma nei fatti tutela la salute di pochi? Nello specifico, molti paesi dell’Africa, dell’Asia e del Sudamerica non hanno le risorse per acquistare vaccini o finiscono in fondo alla lista, a causa degli accordi prioritari siglati da altri paesi sulle dosi di vaccino. Inoltre, com’è noto, ad oggi la produzione dei vaccini è in ritardo e le case farmaceutiche tengono interi Stati sotto ricatto.

Voglio evidenziare un aspetto spesso taciuto: gli accordi sulla proprietà intellettuale (TRIPS) prevedono proprio una clausola specifica che, udite udite, in caso di situazioni eccezionali come una pandemia, consente di essere utilizzata per poter produrre su larga scala vaccini e medicinali necessari per salvare vite umane. Dunque per quale motivo L’Europa continua nel suo colpevole letargo, schierandosi di fatto a protezione delle case farmaceutiche e dei loro profitti?

Facile immaginare la risposta, ma non è abbastanza per rinunciare all’azione.

Per questo motivo ho firmato una lettera rivolta alla Commissione europea, insieme ad altri colleghi eurodeputati, chiedendo alla Commissione di essere coerente con le proprie dichiarazioni e sospendere i brevetti su farmaci e vaccini anti Covid fino alla fine della pandemia.

Operare politiche che nei fatti privilegiano i paesi più ricchi significa oltretutto arrecare un danno diffuso, perché finché il Covid imperverserà altrove potrà mutare e tornare più forte di prima anche nei Paesi occidentali, vanificando ogni sforzo fatto e ogni euro speso. Abbiamo assoluto bisogno di aumentare la produzione, di condividere il know-how e promuovere la produzione locale in tutto il mondo. Ora più che mai dobbiamo sostenere tutte le iniziative che pongono al centro la tutela della salute come diritto universale garantito a tutti, senza distinzioni di sorta.

Ecco perché sostengo l’iniziativa dei cittadini europei “No Profit on Pandemic” (nessun profitto sulla pandemia), affinché:

1) i vaccini siano considerati bene pubblico;

2) si ricorra alla clausola di salvaguardia sulle “licenze obbligatorie” prevista negli accordi sulla proprietà intellettuale dell’OMC (Accordi TRIPS) da utilizzare proprio in caso di pandemie;

3) sia garantita trasparenza nei contratti firmati dalla Commissione europea con le aziende farmaceutiche sui dati relativi ai costi di produzione e ai contributi pubblici;

4) sia garantita trasparenza degli studi scientifici per verificare l’efficacia e la sicurezza dei vaccini e dei farmaci anti Covid.

Le iniziative per la giustizia e l’uguaglianza di trattamento tra tutti i cittadini sono battaglie di civiltà che dovrebbero avere sempre un ruolo di primo piano nella scala dei valori di ogni paese.

All’Europa e al governo italiano chiedo di compiere un atto di lungimirante concretezza, perché il diritto alla salute non resti un privilegio di pochi e perché da questa pandemia si possa trarre anche un’importante lezione di giustizia e di coraggio.

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