TUTELA DELL’ACQUA: A CHE PUNTO SIAMO IN EUROPA?
Il Parlamento Europeo ha messo la legislazione europea sull’acqua sotto la lente di ingrandimento per verificare se le regole europee sono efficaci o meno nella tutela di questa risorsa prezioso.
In questa seduta plenaria abbiamo approvato una Risoluzione con la quale si chiede agli Stati Membri maggiore impegno affinché siano garantiti il principio di precauzione e quello secondo il quale chi inquina paga.
Il Parlamento chiede alla Commissione di fissare un calendario per l'eliminazione graduale di tutti gli usi non essenziali di PFAS (usi NON essenziali? i PFAS vanno eliminati tutti, sono pericolosi per la salute!) e di incentivare lo sviluppo di alternative sicure per tutti i loro usi e di affrontare concretamente il problema degli altri inquinanti, inclusi residui di pesticidi, farmaci, interferenti endocrini e microplastiche.
Avete sentito che l’acqua, da lunedì 7 dicembre 2020, è diventata un «future», un prodotto finanziario. Come l’oro, il petrolio, il grano, la soia e tutte le altre risorse naturali, quelle che in economia sono per definizione «scarse». ORRORE!
Sono soddisfatta quindi che, nonostante l’opposizione di Fratelli d’Italia e Forza Italia, sia stato approvato l’emendamento che respinge qualsiasi tentativo di mercificazione dell'acqua, scongiurando il rischio di assoggettamento dei beni pubblici essenziali alla speculazione. Un altro traguardo importante raggiunto con questa Risoluzione riguarda l’invito agli Stati membri a separare i soggetti incaricati della gestione dei corpi idrici da quelli preposti alla loro valutazione.
Sono tuttavia delusa perché, a causa anche dell’opposizione di Fratelli d’Italia e Forza Italia, non è stato approvato l’emendamento che proponeva l’esclusione dei servizi idrici e igienico-sanitari da qualsiasi liberalizzazione per farli restare saldamente di dominio pubblico. Si tratta di una proposta importante, che avrebbe affermato il principio secondo cui il controllo pubblico delle risorse idriche e della distribuzione dell'acqua è l'unico modo per garantirne l'accesso universale.
Inoltre, ritengo che nella Risoluzione dovesse essere specificato che la Direttiva acqua potabile recentemente adottata non risponde propriamente a quanto richiesto dai cittadini europei con l’iniziativa Right2Water - che aveva raccolto più di 1,6 milioni di firme - in particolare per quanto riguarda l’accesso all’acqua e la fine della liberalizzazione dei servizi idrici.
Infine, siamo riusciti a meglio contestualizzare il contributo dell’energia idroelettrica nel raggiungimento degli obiettivi climatici, sottolineandone i potenziali effetti negativi sulle acque e sugli habitat naturali, ma avrei voluto un maggiore impegno, ad esempio nell’estendere ovunque, non solo nelle zone protette, il divieto di costruzione di centrali idroelettriche con importanti pressioni idromorfologiche sulle acque. Su questo farò un post più dettgliato nei prossimi giorni. È un tema cruciale sollevato da oltre 150 ong europee!
Occorre alzare l’asticella delle ambizioni delle politiche ambientali in Europa, per questo il mio impegno resta vigile, attivo e costante.
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